GENITORE IDEALE -SEI UN BUON ESEMPIO?

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SEI UN BUON ESEMPIO?
SEI UN BUON ESEMPIO?

TI SEI MAI CHIESTO SE SEI UN BUON ESEMPIO PER TUO FIGLIO, O CONTINUI A DARE LA COLPA AI NONNI, ALLA SCUOLA O ALLA TV…?

 

Sii te stesso; tutti gli altri sono già occupati. (Anonimo – attribuito a Oscar Wilde)

 

La condizione di base per essere un buon educatore è di essere prima di tutto un buon esempio. Praticare ciò che si cerca di trasmettere, essere autentici e coerenti, garantisce nel tempo una buona riuscita della relazione.

Questo è particolarmente vero nei rapporti tra genitori e bambini, perché questo tipo di atteggiamento non soltanto influirà la formazione delle convinzioni, della fiducia negli altri, quindi del carattere, ma sarà determinante per le loro future relazioni.

Essere per i bambini un riferimento di fatto ci carica di un’enorme responsabilità. Potremmo in effetti sentire come eccessivamente  gravoso il nostro compito di adulto educante (vale ovviamente come sempre per i genitori ma anche per insegnanti, maestri etc.).

La cosa più facile di questo mondo è essere ciò che siamo, mostrare ciò che proviamo. (Leo Buscaglia, Amore, 1972)

La grossa responsabilità che proviamo quindi ci può creare non pochi problemi. Ad esempio potremmo evitare di mostrare le nostre reali emozioni, perché siamo convinti di dover essere sempre perfetti , e mostrarsi indecisi o arrabbiati ci farebbe sembrare deboli agli occhi dei bambini.

Abbiamo paura di mostrarci per ciò che siamo e di esprimere quello che proviamo innanzitutto per il timore di perdere la nostra autorità. Il problema è che ci riesce molto male visto che nella comunicazione intervengono altri aspetti oltre alle parole che diciamo.

Il linguaggio verbale, che indica ciò che si dice, la scelta delle parole, la costruzione logica delle frasi e l’uso di alcuni termini rispetto ad altri è solo una delle componenti della comunicazione.

La componente paraverbale è invece il modo in cui qualcosa viene detto. Ci si riferisce al tono, alla velocità, al timbro, al volume della voce etc. o all’uso della punteggiatura nella scrittura.

Inoltre c’è anche una componente non verbale, il famoso linguaggio del corpo, che riguarda tutto quello che si trasmette attraverso la propria postura, i propri movimenti, il modo di vestire etc.

Questo non sarebbe così grave, se non fosse che quello che diciamo a parole, quindi con il linguaggio verbale è appena il 7% decisamente insignificante rispetto al 93% totale degli altri tipi di comunicazione, quindi di ciò che non si dice.

Il difficile è vivere realmente la propria vita, senza recitarne un’altra che ci protegga da essa. (Mauro Parrini, A mani alzate, 2009)

Questo è solo un esempio di quanto è difficile insegnare agli altri ciò che non si è realmente.

Trasmettere delle abitudini che non condividiamo, insegnare competenze in cui non crediamo, educare imponendo pratiche che non esercitiamo, inculcare quello che proclamiamo senza però in realtà praticarlo è un’impresa ardua e demoralizzante e non può altro che fallire miseramente.

Abbiamo moltissime difficoltà ad accettare che non sempre riusciamo ad essere un buon esempio.

In effetti capita frequentemente di lamentarci che non ci spieghiamo proprio come mai questi bambini si comportano diversamente da quanto noi vorremmo, nonostante tutti i nostri buoni insegnamenti e ramanzine varie messe in atto quotidianamente.

Dare la colpa ai nonni perché li viziano, all’altro genitore perché fa l’amico/a e non impone regole, alla famiglia se invece si tratta di insegnanti, ci esonera dalla responsabilità di essere e sentirci educanti o diseducanti nei confronti dei bambini.

Vivere è l’arte di diventare quello che si è già. (Fabio Volo, Il tempo che vorrei, 2009)

Possiamo allora smettere di prenderci in giro per un pò e provare ad osservarci, nei nostri atteggiamenti, nei nostri modi di fare, nelle cose che diciamo. Quanto ciò che diciamo rispecchia la realtà di quello che realmente siamo?

E se voglio insegnare a dire la verità, non dovrei io per primo/a essere un modello di verità?

Se voglio che l’altro sia rispettoso, forse io per primo/a non dovrei imparare a rispettare l’altro?

Se voglio che sia gentile come non debba essere gentile per primo/a?

Questo è un principio che vale il tutte le fasi della vita, ma è ancor più importante, anzi è fondamentale nella prima infanzia.

Se vogliamo avere la possibilità di costruire una buona relazione con i nostri bambini e dare loro una buona educazione senza tutte le strategie faticose e poco efficaci della manipolazione, dell’imposizione, delle punizioni, non possiamo ignorare Maria Montessori.

Non possiamo sottovalutare l’importanza del nostro comportamento quando ci dice che i bambini si formano a spese dell’ambiente…

Non possiamo sfuggire alle nostre responsabilità quando sappiamo che i bambini hanno una mente assorbente…

Però sei libero di continuare ad arrabbiarti con gli altri, incolpare i bambini di essere disubbidienti e utilizzare le punizioni o altre tecniche e prediche varie.

Se ti senti tenuto ad aderire sempre alle norme, sei destinato a una vita di schiavitù emozionale. Ma la nostra cultura insegna che è male disubbidire, che non si deve mai far nulla che vada contro le regole. L’importante è che stabilisca tu quali sono le regole che funzionano e che sono necessarie per preservare l’ordine nella nostra cultura, e a quali invece è lecito disubbidire senza danno per te o per gli altri. Non è redditizio ribellarsi per il gusto della ribellione, mentre giova assai essere se stessi e vivere la propria vita secondo la propria scala dei valori. (Wayne Dyer, Le vostre zone erronee, 1976)

Dovremmo decidere prima di tutto quello che per noi è realmente importante, capire quali sono i nostri valori e cercare di perseguire la propria strada seguendo la personale guida interiore.

In questo modo si possono compiere azioni basate su comportamenti autentici e diventare una guida coerente e un buon esempio, insegnando attraverso il comportamento senza fatica.

Mi piacerebbe conoscere le tue riflessioni o la tua personale esperienza e ti chiederei di riportarla nei commenti qui sotto. Grazie!

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A presto!

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Autore: Amministratore

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